Nel 1969, la pianificazione del territorio e la garanzia della proprietà sono sancite nella Costituzione federale, nel 1971 fa seguito l’articolo costituzionale sulla protezione dell’ambiente. Il messaggio è multiplo e rende palese una cosa: la Svizzera è chiamata a riprende in mano la propria organizzazione territoriale e a tutelare meglio l’ambiente – ma, evidentemente, non con una pianificazione e una regolamentazione statale troppo dettagliate.
Negli anni Settanta si lotta per trovare soluzioni valide in modo da risolvere tale dilemma. Nel 1972 entra in vigore la rivista legge federale contro l’inquinamento delle acque. La legge distingueva per la prima volta le zone edificabili da quelle non edificabili ed imponeva la costruzione di impianti di depurazione. In quello stesso anno il Consiglio federale emana anche misure urgenti in materia di pianificazione del territorio. Parallelamente sono elaborate le bozze di quelli che sono diventati oggi l’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali (IFP) e l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale (ISOS).
La prima ventata di euforia si smorza subito, quando viene respinta la legge sulla pianificazione del territorio, alle urne nel 1976. Nel 1980 entra in vigore una versione più blanda, ma si dovrà aspettare altri cinque anni, fino al 1985, prima che l’articolo costituzionale sulla protezione dell’ambiente venga sancito sul piano giuridico. Le nuove disposizioni legali, ma anche la pressione esercitata dalla continua espansione disordinata degli insediamenti, sommata al costante aumento del traffico, danno nuovo slancio alla pianificazione del territorio.
Negli anni Ottanta, persino i Comuni più discosti elaborano i propri piani delle zone e le proprie ordinanze in materia edilizia. L’esame dell’impatto sull’ambiente si afferma come strumento di protezione ambientale e pianificazione del territorio. Con il consolidamento dei piani delle zone a livello comunale e l’elaborazione dei piani direttori cantonali i tempi in cui si potevano costruire su prati verdi grandi complessi abitativi sono ormai acqua passata. La progettazione e la costruzione si sposta dunque verso le zone edificabili e il tessuto edilizio esistente.